C’è un lato positivo nel tempo che passa: si può guardare indietro, cambiare prospettiva, qualche volta tornare sui propri passi. Nel caso di un testo, il ritorno è una possibilità per rivedere e sviluppare intuizioni e pensieri rimasti inespressi, scartati a favore di altri per mancanza di sintonie, di tempo, di coraggio. Ho amato molto la prima versione di Romeo e Giulietta, e sto amando molto questo nuovo allestimento, simile ma diverso.
Ho sempre pensato che la festa a casa Capuleti foss...
C’è un lato positivo nel tempo che passa: si può guardare indietro, cambiare prospettiva, qualche volta tornare sui propri passi. Nel caso di un testo, il ritorno è una possibilità per rivedere e sviluppare intuizioni e pensieri rimasti inespressi, scartati a favore di altri per mancanza di sintonie, di tempo, di coraggio. Ho amato molto la prima versione di Romeo e Giulietta, e sto amando molto questo nuovo allestimento, simile ma diverso.
Ho sempre pensato che la festa a casa Capuleti fosse una specie di sliding door, che attraversata o evitata conduce a storie diverse. Se Romeo decidesse di non andare alla festa? E se tutta la storia fosse solo il sogno di una giovane mente eccitata dall’amore? E se fosse proprio l’amore la chiave che apre le porte del tempo proiettandoci nell’eterna favola dei due innamorati? Da qui sono partito per decidere di collocare la prima parte ai nostri giorni. La festa è un ballo in maschera, che dopo il primo sguardo e la fatidica scintilla si trasforma in un sogno di epoche lontane. Il pubblico si vedrà riflesso nella storia, in un gioco di specchi in cui si raccontano due realtà, due secoli, due mondi.
Così, se nella prima parte gli amici e Mercuzio danno voce alle loro passioni come rapper leggeri e Giulietta è una ragazzina di buona famiglia che canta e suona rock, e tutto è un vortice di energia e di gioia, poi la musica cambia, ci porta in un altro tempo e rigenera il mito. La storia si ripete e il rituale d’amore e odio non va a buon fine, come un rito iniziatico in cui l’eroe non riesce a superare la prova. Nessuno dei giovani oltrepassa il confine della maturità, nessun adulto li sa accompagnare nel viaggio. Si passa dai giochi alla tomba, come in ogni tempo può accadere, in una tristissima favola avvelenata dall’odio, che si trasforma nell’ecatombe di un futuro.
Per quanto fresca fosse la precedente compagine di attori, questa volta la scelta è stata di cercare interpreti ancora più giovani, a sottolineare la spaccatura fra generazioni.
O forse l’età degli interpreti è la stessa, ma è la mia prospettiva che sta cambiando e guardo questa compagnia con l’affetto che ho sempre avuto per i miei allievi e per tutti i colleghi più giovani con i quali ho condiviso il mio lavoro.
Cast
Mercuzio:
Alessandro Averone
Giulietta:
Mimosa Campironi
Balia:
Francesca Ciocchetti
Capuleti:
Martino Duane
Paride:
Diego Facciotti
Frate Lorenzo:
Gianluigi Fogacci
Montecchi:
Roberto Mantovani
Donna Capuleti:
Loredana Piedimonte
Benvolio:
Guglielmo Poggi
Principe:
Raffaele Proietti
Tebaldo:
Matteo Milani
Romeo:
Matteo Vignati
Gregorio, Clown:
Nicola Adobati
Sarta:
Lara Balbo
Sansone:
Lorenzo Grilli
Sarta:
Carlotta Graverini
Antonio:
Lorenzo Lucchetti
Abramo, Lo speziale:
Francesco Sferrazza Papa
Guardia Principe:
Francesco Mastroianni
Paggio Mercuzio:
Sebastian Morosini
Donna Montecchi:
Valeria Palma
Baldassarre:
Stefano Patti
Frate Giovanni:
Matteo Prosperi
Guardia Principe:
Simone Ruggiero
Regia:
Gigi Proietti
Traduzione e adattamento:
Angelo Dallagiacoma
Maestro movimenti di scena:
Alberto Bellandi
Costumi:
Maria Filippi
Disegno luci:
Umile Vainieri
Disegno audio:
Franco Patimo
Regista assistente:
Loredana Scaramella
Scene:
Fabiana Di Marco
Contributi musicali:
Roberto Giglio
Assistente ai costumi:
Giulia Mariotti