di Lawrence Casler
“Questo spettacolo non ha bisogno di un pubblico. È favoloso così com'è. Il pubblico ha bisogno di questo spettacolo. Perché? Perché le persone vengono a teatro?”
Questa provocazione scritta da un giornalista americano in una delle tante belle recensioni avute, denuncia lo stile irriverente e diabolico di questa commedia situazionale contemporanea, composta da due brevi ma fulminanti atti teatrali.
Lo spettacolo
Margaret, Stanley, Donna e Walter sono a teatro per la loro dose settimanale di cult...
“Questo spettacolo non ha bisogno di un pubblico. È favoloso così com'è. Il pubblico ha bisogno di questo spettacolo. Perché? Perché le persone vengono a teatro?”
Questa provocazione scritta da un giornalista americano in una delle tante belle recensioni avute, denuncia lo stile irriverente e diabolico di questa commedia situazionale contemporanea, composta da due brevi ma fulminanti atti teatrali.
Lo spettacolo
Margaret, Stanley, Donna e Walter sono a teatro per la loro dose settimanale di cultura. Il “calvario” che hanno scelto di“subire” questa settimana è Amleto. Dopo essersi seduti con un po’ di confusione,aver scartato la prima di una lunga serie di caramelle per la gola, la commedia, evocata solo da alcuni suoni registrati e dalle battute di commento fatte dai quattro, ha inizio: nelle loro chiacchiere incessanti ed esilaranti,tra una caramella da scartare e una totale incapacità nel prestare attenzione alla pièce, approfondiscono temi del tutto privati. Parlano di tutto: dei loro figli, della loro amicizia, delle loro relazioni, di un amico morto; solo occasionalmente della commedia di Shakespeare. E nonostante tutto affrontano i temi della tragedia a cui stanno assistendo. I quattro protagonisti-spettatori fanno vivere dinamiche a dir poco brillanti al pubblico presente. Nell'arco di una sola ora le due coppie vivono a pieno il testo di Shakespeare come Amleto vive la comparsa del fantasma del padre: confusi, attoniti, senza capire. Eppure, come in Amleto, personaggi e pubblico ne escono arricchiti, diversi, cambiati. Con la soddisfazione, o presunzione, di aver assistito a qualcosa di poco chiaro, ma comunque magico,memorabile, irripetibile.