L’ossessione del potere qui divora tutti; il destino fa il suo corso travolgendo la morale, portando via con sé il senso etico, l’umanità e il cuore di questi piccoli uomini. La mente corre inevitabilmente alla nostra attualità, al nostro mondo politico e agli eventi con cui ci confrontiamo ogni giorno. Shakespeare prende in esame un aspetto attualissimo del potere: il controllo del linguaggio. Chi controlla l’uso del linguaggio ha in mano le folle, il consenso e può cambiare i comportamenti ...
L’ossessione del potere qui divora tutti; il destino fa il suo corso travolgendo la morale, portando via con sé il senso etico, l’umanità e il cuore di questi piccoli uomini. La mente corre inevitabilmente alla nostra attualità, al nostro mondo politico e agli eventi con cui ci confrontiamo ogni giorno. Shakespeare prende in esame un aspetto attualissimo del potere: il controllo del linguaggio. Chi controlla l’uso del linguaggio ha in mano le folle, il consenso e può cambiare i comportamenti degli altri uomini.
Il grande poeta in quest’opera parla al futuro, alla nostra quotidianità dominata dai “persuasori occulti”.
Analizzando i personaggi dei suoi drammi e delle sue commedie, ritrovando le tracce delle figure da lui create, si prende coscienza di quanto la società controlli lo spirito umano, di quanto interferisca pesantemente nei meccanismi creativi ed educativi, di quanto il consenso e il dissenso siano fenomeni pilotati, di quanto la politica entri spesso in conflitto con la Poesia, di quanto la Libertà sia qualcosa di illusorio ed effimero. Shakespeare evoca le straordinarie storie di piccoli e grandi uomini, intrecciando i loro destini ad atmosfere ed evocazioni di una Roma perduta, pervasa da una sorta di rigido incantesimo, luogo di morte, luogo della mente popolato da incubi ed inquietudini notturne. Le sue strade sono percorsi possibili, vie per destini diversi, ma il suo futuro pare inevitabilmente determinato: “Così dovevano essere gli ultimi giorni di Roma”.
Attraverso la scrittura del “Giulio Cesare” possiamo toccare con mano le problematiche e le ansie di un intero popolo, possiamo rifletterci nei suoi personaggi con umiltà e forza, scoprire una Roma sconosciuta, guardare in volto gli assassini del grande Cesare, guardare con lucidità, per constatare quanto tutti gli uomini e tutte le storie siano simili e convergano in un unico punto nel tempo, un unico destino, sospeso sul filo dell’orizzonte. Ignoto a tutti noi.
Cast
Giulio Cesare, Spettro di Cesare, Ottaviano:
Massimiliano Sbarsi
Marc’Antonio:
Alfonso Veneroso
Bruto:
Gianluigi Fogacci
Cassio:
Giacinto Palmarini
Casca:
Virgilio Zernitz
Calpurnia, Portia:
Melania Giglio
Decio Bruto, Cinna poeta, Lepido, Messala:
Stefano Alessandroni
Cinna, Titinio, plebeo, soldato:
Andrea Romero
Indovino, Metello Cimbro, Cicerone, Trebonio:
Andrea Fazzari
Lucio, plebeo, soldato:
Giuliano Scarpinato
Messaggero, servo di Cesare:
Emiliano Bronzino
Artemidoro, servo di Ottaviano, Lucilio:
Marco Rea
Soldati, uomini e donne del popolo, servi:
Figuranti
Melania Giglio:
Canto
Regia:
Daniele Salvo
Traduzione e adattamento:
Masolino D’Amico
Maestro movimenti di scena:
Barbara Tomaia, Marco Calandra
Musiche:
Marco Podda
Costumi:
Barbara Tomaia, Marco Calandra
Aiuto regia:
Emiliano Bronzino
Movimenti coreografici:
Yoko Wakabayashi
Maestro d’armi:
Keiko Wakabayashi