Messina, 27 ottobre 1571.
Nell'Ospedale Militare della città siciliana, sono ricoverati i marinai feriti della Flotta Cristiana che ha sconfitto i turchi nella battaglia di Lepanto.
Tra loro, c'è il giovane Miguel de Cervantes, che si è arruolato nella marina spagnola per sfuggire alla giustizia, dopo aver ferito un nobiluomo spagnolo in una rissa.
Per evitare la pena, Cervantes pianifica una fuga dall'ospedale, ma riceve una visita inaspettata: è un ventenne damerino italo-inglese di nome John Florio. È anche lui un aspirante poeta, ma sembra essere l’opposto di Cervantes: se lo spagnolo è di umili origini, ma pieno di ardore muscolare, John è un timido intellettuale, garbato e vulnerabile. Solo una cosa li accomuna: la passione per la scrittura. Una passione bruciante, assoluta, per la Poesia e per il Teatro, con una libertà di esprimersi che ai tempi dell' Inquisizione poteva costare anche la vita.
L'incontro, si trasforma in un conflitto tra due opposte visioni del Mondo. Miguel esce facilmente vincitore da quello scontro, fisico, oltre che verbale, ma il giovane e timido John rimane affascinato dal temerario Cervantes, e sogna di diventare come lui.
Sarà un sogno complicato, da realizzare, perché John vive a Londra con suo padre, un predicatore italiano condannato a morte dall'Inquisizione, costretto a fuggire dall'Italia per evitare il rogo. E così John sa che non potrà mai usare il suo cognome, per firmare i drammi teatrali che scrive, e sarà costretto ad usare un altro, come prestanome. Sceglie un giovane attore semi-analfabeta di nome William Shakespeare. Con tutto quello che accadrà…
Il duello tra John e Miguel si riapre ventotto anni più tardi, nel 1599, quando i due poeti, ormai maturi, si incontrano di nuovo, e sembrano molto cambiati, rispetto al primo incontro.
Miguel conosce il segreto di John, e non riesce a capire la sua pavidità nel rivelare al mondo chi è il vero autore dei drammi firmati da Shakespeare. John gli ribatte che nascondersi è l'unico modo per salvare la sua vita, e quella di suo padre, ricercato dall'Inquisizione.
Cervantes e Florio si incontreranno un'ultima volta diciassette anni dopo, nel 1616, a Londra.
Durante un ultimo duello verbale con lui, John è costretto ad ammettere quanto gli sia costato aver rinunciato al più grande desiderio a cui uno scrittore possa aspirare: l’immortalità letteraria.
Al contrario, Cervantes ha vissuto una vita priva di qualunque successo, e piena di sventure. Ma l'ha affrontata con coraggio, senza mai piegarsi né nascondersi. John Florio lo invidia, per tanta forza morale. Sa di essere alla fine della sua esistenza, abbandonato da tutti e caduto in disgrazia. Ma la sua vera punizione è la consapevolezza di essersi condannato da solo all’oblìo, avendo costruito e blindato lui stesso la più grande truffa letteraria di tutti i tempi: per quattro secoli il successo delle sue opere sarà attribuito a William Shakespeare. Finché qualcuno non racconterà la sua storia…
NOTE DELL’ AUTORE
Ogni nazione europea ha avuto un Poeta Nazionale che ha esaltato la Lingua e la Cultura della sua terra di appartenenza. L’Italia ha avuto Dante, la Germania Goethe, la Spagna Cervantes, l’Inghilterra Shakespeare. La loro opera li ha resi Immortali. Ma quanto sappiamo di loro, come uomini? Forse questi autori di allora avevano gli stessi obiettivi dei giovani sceneggiatori che oggi scrivono per le serie tv di Netflix: successo, soldi, potere, e riconoscimenti pubblici. Con la differenza che gli autori di allora dovevano essere pronti anche a usare la spada oltre alla penna, dato che vivevano in un’epoca in cui scrivere, esporsi, firmare con il proprio nome, voleva dire rischiare la propria vita.
Questo spettacolo racconta di un incontro “virtuale” tra due di quei poeti, e cioè il grande romanziere Miguel de Cervantes e il poeta anglo-italiano John Florio, che tanti studiosi di tutto il mondo sostengono possa essere il ghost writer di tutte le opere teatrali di Shakespeare. Lo scontro tra Florio e Cervantes è su due modi opposti di vedere la professione dello Scrittore: è meglio mettere la propria faccia, esporsi e rischiare una vita breve, anche da un punto di vista letterario, oppure è meglio nascondersi dietro un prestanome, e garantirsi tranquillità, anche se con l’amarezza di non essere celebrati per il proprio talento?
Tra accuse, offese, invettive, tradimenti, sarcasmo, e sfide di sciabola all’ultimo sangue, con la spavalderia poetica e la tracotanza muscolare di due geniacci letterari, assistiamo a una serie di colpi di scena incredibili, ma storicamente documentati, su quanto il Rinascimento Italiano abbia veramente donato alla nascita della futura Lingua Inglese.
E vengono messi a nudo i dettagli documentali di un segreto su cui i maggiori studiosi del mondo, indagando su quella che è stata probabilmente la più grande frode letteraria degli ultimi quattro secoli, stanno finalmente facendo luce: chi ha scritto davvero i drammi di William Shakespeare?
Stefano Reali